venerdì 25 febbraio 2011

Il Grinta

In rapido recupero!

True Grit
2010
Regia di Joel e Ethan Coen. Sceneggiatura di Joel e Ethan Coen. Con: Jeff Bridges, Hailee Steinfeld, Matt Damon, Josh Brolin, Barry Pepper.
Voto: 8/10

1870, Arkansas. Mattie Ross (Steinfeld), di soli 14 anni, assolda lo sceriffo Reuben Cogburn (Bridges) per catturare Tom Chaney (Brolin), che ha ucciso e derubato suo padre, per poi fuggire in territorio indiano insieme a Lucky Ned (Pepper), capo di un gruppo di malviventi. Ai due si unisce il Texas Ranger LaBoeuf (Damon), già incaricato di catturare Chaney per crimini commessi in Texas.

Il film, più che essere un remake dell'omonima pellicola di Henry Hathaway (grazie alla quale John Wayne vinse il suo unico Oscar), è tratto dal romanzo di Charles Portis. Ma in questo caso il western è puramente un pretesto per raccontarla. Gli elementi che reggono il film sono ben altri, a cominciare dal cast. L'assenza del ritmo a volte fin troppo incalzante a cui Hollywood ci ha abituati fa tirare un sospiro di sollievo, tuttavia lo spettatore non rischia di perdersi, trattenuto dall'umorismo tipico dei fratelli Coen, che diverte ma non stucca.
La mano che ha mosso i fili de Il Grande Lobowski è ben riconoscibile e apprezzabile.
La vera pecca del film? Il trailer.

mercoledì 23 febbraio 2011

Urban Legend

Ce l'ho fatta.
Trasloco fatto, scatoloni sistemati e drenaggio tolto.
Racconto scritto e consegnato.
Ancora tre antibiotici da prendere, uno ogni 24 ore. Ma pare che ce l'abbia fatta.
Ora posso riprendere il mio impegno dove lo avevo lasciato.
Sperando di non crollare miseramente un'altra volta.
Sfortunatamente non ho ancora imparato a scrivere sempre le impressioni a caldo da utilizzare nei miei pezzi, quindi tutte le riflessioni, le impressioni e i pensieri freschi e fertili sono ormai pallidi ricordi pressoché inutili per la mia mania di perfezionismo. Specie se consideriamo la mia tendenza innata a perdere i dati. O a cancellarli. O a salvarli su supporti dotati di volontà propria.
Quindi, si riparte da zero. O meglio, da una mia analisi saccente di Urban Legend. Giusto per il gusto di parlar male di qualcosa. E sotto questo punto di vista, non c'è niente di meglio degli horror anni '90!

Urban Legend
1998
Regia di Jamie Blanks. Sceneggiatura di Silvia Horta. Con: Alicia Witt, Jared Leto, Rebecca Gayheart, Loretta Devine, Michael Rosenbaum, Joshua Jackson, Tara Reid.
Voto: 3/10

Una studentessa del New England Pendleton College viene uccisa a colpi d'accetta da uno sconosciuto nascostosi sul sedile posteriore della sua auto. Questo è l'inizio di una serie di omicidi: le vittime sono gli studenti, l'assassino un misterioso uomo incappucciato che imita le leggende metropolitane.
Natalie (Witt) sembra essere l'unica a credere che il serial killer esista veramente, ma nessuno le dà ascolto, se non Paul (Leto), a caccia di una storia per il giornale della scuola.
Ma c'è qualcosa che muove la mano del killer, qualcosa legato ad un massacro avvenuto nel campus 25 anni prima e al passato di Natalie...

Il film non è nient'altro che un horror anni '90. Niente da aggiunere a Scream e So cosa hai fatto, né alle loro parodie. Stessi personaggi, stessa storia, stessi meccanismi. Belle facce e poco altro. L'assassino si comporta esattamente come ci si aspetta che si comporti, le vittime fanno gli stessi errori e le stesse battute. Per non parlare poi del finale, che è una sorpresa solo per i personaggi. E, come in tutti i classici horror anni '90, al film manca una vera e propria ragione di esistere.
Può essere comunque una buona fonte di intrattenimento per i cultori del trash, anche se, sotto questo punto di vista, qualche getto di sangue in più farebbe comodo.
Due sequel: Unrban Legend The Final Cut e Urban Legend Bloody Mary.

mercoledì 9 febbraio 2011

Comunicazione di servizio

Sebbene i miei lettori siano due, credo che per coerenza col mio lavoro questo post sia necessario.
Ultimamente sono sempre stata in ritardo con i miei buoni propositi. I motivi sono validi, tuttavia non vorrei che, nella testa dei miei due lettori solitari (di cui uno solo ufficiale) si formassero pensieri del tipo: che sciocca donnetta poco costante, non sa nemmeno mantenere gli impegni che si è inventata da sola!
Quindi, a scanso di equivoci, ecco la mia giustificazione da lasciare sulla scrivania per la maestra.

Mi sono ritrovata con tre esami da dare, il che per me significa una corsa contro il tempo, una crisi di panico perpetua ed un unico oddio non so niente. Fatto l'ultimo esame, mi sono catapultata da Bologna a Firenze, per accudire il mio povero cane, abbandonato dagli infidi genitori che se ne sono andati a spassarsela in Marocco. Il giorno dopo il mio arrivo la mia faccia ha cominciato a gonfiarsi. Ascesso gengivale. Dentista, antibiotici, sguardo perso e funzioni cerebrali annientate. Nel frattempo imperversavano i preparativi per la festa di compleanni a sorpresa per quello che, in assenza di termini migliori, dovrò chiamare il mio fidanzato, il quale è riuscito a mettere tutti i bastoni che ha trovato tra le nostre ruote. Il giorno dopo ero tranquillamente approssimabile ad un cadavere. Nonostante tutto, ero riuscita a pubblicare il pezzo sul Variety.
Tornata a Bologna mi sono ritrovata davanti un nuovo e assai più intricato orario di lezioni, e in più, dato che sono stata curiosamente ammessa ad un corso di scrittura very cool, mi sono vista privata del mio preziosissimo venerdì pomeriggio. Ma fin lì poco male.
Nel frattempo ho finito il ciclo di antibiotici. Immediatamente la mia faccia ha ricominciato a gonfiarsi, e nonostante abbia ricominciato a prenderli tempestivamente, le mie condizioni peggiorano e peggiorano.
E così siamo arrivati ad oggi. Un antibiotico e un ketodol ogni 8 ore, inegratori, e una guancia perfettamente tonda, rossa e rovente. Voglio farmi abbattere.
Ciliegina sulla torta? Ho un trasloco da fare tra domani e martedì. E mi sento un cadavere.
Perché ho scritto tutto questo? Semplice: ho scoperto di essere sufficientemente paranoica da ritenermi obbligata a dare una giustificazione ufficiale a me stessa per il mancato rispetto delle scadenze, così da dormire meglio la notte.
Quindi, miei due eccelsi lettori, vi prego di scusarmi se non sarò in grado di postare niente di nuovo fino a trasloco fatto, gengiva guarita e racconto per il corso consegnato.
Vi ho mai detto che odio sentirmi sotto pressione?

PS: sono annebbiata dalle secchiate di pillole, mi scuso per i mille errori di battitura che sicuramente ci saranno. E perdonate anche la forma. Spero di riprendermi!