giovedì 10 marzo 2011

E Morì Con Un Felafel In Mano

Ce la farò a riprendere il ritmo!!
Concedetemi oggi qualche espressione gergale, perché devo ammettere che ho delle difficoltà a parlare di questo film mantenendo un linguaggio di livello medio-alto.
In fin dei conti, quando ci vuole ci vuole.

He died with a felafel in his hand
2001
Regia di Richard Lowenstein. Soggetto di John Birmingham. Sceneggiatura di Richard Lowenstein. Con: Noah Taylor, Emily Hamilton, Romane Bohringer, Alex Menglet, Brett Stewart, Damian Walshe-Howling, Torquil Neilson, Sophie Lee, Francis McMahon, Ian Hughes, Robert Rimmer, Sayuri Tanoue, Haskel Daniel.
Voto: 6,5/10

Danny (Taylor), giovane aspirante scrittore, che adopera un rotolo di carta igienica infilato in una vecchia macchina da scrivere per non interrompere il flusso di coscienza (anche se ha battuto solo due frasi), è costretto, per una serie di curiose ragioni, a cambiare più volte casa, spostandosi da Brisbane a Melbourne a Sidney, trovandosi davanti di volta in volta femministe integraliste lesbiche, riti pagani per la fertilità, anarco-nazisti, poliziotti che sparano per uccidere, aspiranti attrici snob, omosessuali isterici e chi più ne ha più ne metta.

Tratto dal libro di John Birmingham, il film è sicuramente una buona fonte d'intrattenimento (e di masturbazioni mentali, specie se non si è troppo lucidi). Non si parla di una vera e propria trama, quanto di una serie di ritratti che ci presentano i personaggi più disparati, con alcuni dei quali alle volte forse anche lo spettatore ha dovuto avere a che fare. Tuttavia la formula funziona solo con un determinato tipo di pubblico, possibilmente dopo una serata movimentata, quando non si può più pensare di corsa, ed ogni frase assume un nuovo significato la cui eco rimbomba nella testa più e più volte.

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