domenica 26 dicembre 2010

We Want Sex

Made in Dagenham
2010
Regia di Nigel Cole. Sceneggiatura di William Ivory. Con: Sally Hawkins, Bob Hoskins, Miranda Richardson, Rosamund Pike, Andrea Riseborough, Daniel Mays, Jaime Winstone, Kenneth Cranham, Rupert Graves, John Sessions, Richard Schiff, Geraldine James, Roger Lloyd Pack.
Voto: 7,5/10

"Nel 1968 alla Ford di Londra lavoravano 55.000 uomini... e 187 donne".
Nella loro speciale ala della fabbrica, con la pioggia che entra dal soffitto e il calore che non esce, le donne operaie della Ford siedono alle loro macchine, per assemblare e cucire i rivestimenti dei sedili. Ma quando si vedono riclassificare come "non specializzate", decidono di fare ciò che nessuno si aspetta da loro: scioperare. E sotto la guida di Rita O'Grady (Hawkins) trovano la forza di reclamare non solo la classificazione che spetta loro, ma anche l'uguaglianza salariale. E, al contrario delle aspettative degli uomini, riusciranno ad attirare l'attenzione ed il favore del ministro Barbara Castle (Richardson).

Il film pare non aver ottenuto grandi attenzioni né dal pubblico né dalla critica. Probabilmente perché ormai siamo troppo abituati al cinema made in USA, in cui il troppo stroppia, il comico è quasi sempre legato al volgare, l'azione agli effetti speciali e l'impegno alla solennità forzata e alle facce dure. Quello che Nigel Cole (già fortunato regista di Calendar Girls e L'erba di Grace) ci offre, invece, è un pacchetto semplice, ma ben confezionato. Non c'è uno stile narrativo originalissimo, ma nel complesso si può dire che funzioni tutto come deve. Le donne che ci racconta sono forti, ma umane. E per quanto abbiano fatto la storia, è bene ricordarsi che la storia la fanno delle persone vere, non degli ideali astratti, che hanno meno debolezze, ma con cui nessun pubblico si può realmente identificare. Cose a cui Hollywood ci ha disabituato quasi del tutto.
Sally Hawkins viene accusata di non ammaliare, ma il personaggio non è quello dell'ammaliatrice, bensì della donna, operaia, moglie e madre, che prepara la colazione alla famiglia al mattino. E chiunque abbia una madre sa che, per quanto ordinaria possa essere, quando la si fa arrabbiare la casa trema.
Lo stesso vale per tutti gli altri personaggi: semplici, ma ben caratterizzati.
Non si può dire che sia grande cinema, ma nemmeno lo vuole essere.

NOTA. A tutti i presunti cinefili saccenti, che commentano le recensioni dei siti web importanti dandosi grandi arie: svalutare questo film cercando di paragonarlo a Ken Loach è da ignoranti. Mozart non c'entra niente con Richard O'Brien.

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